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Le big tech e il futuro dello smart working

Una nuova funzionalità di Google permette ai suoi utenti di rifiutare automaticamente gli inviti alle riunioni. Non si tratta di una strategia per scacciare via le incombenze lavorative, né di un modo per dimenticare gli impegni presi. Potremmo piuttosto definirlo un argine contro tutte quelle attività considerate accessorie e non prioritarie. Si chiama Focus Time, ed è l’ultima funzione introdotta da Mountain View per tutti gli abbonati al servizio premium del Google Workspace. Uno strumento per intercettare un nuovo bisogno dei lavoratori nell’epoca dello smart working, dove la tecnologia è diventata la prima causa di ingerenza nella vita privata delle persone (Linkiesta).

  • Gli annunci di lavoro da remoto aumentano del 12% (Cnbc).
  • Il capitalismo americano sta cambiando idea sullo smartworking (Washington Post).

Colleghi avatar Mountain View, comunque, non è certo la sola. Tutte le Big Tech, scrive Morning Future, stanno rispondendo attivamente alle nuove necessità dei lavoratori, al punto da ridisegnare il mondo del lavoro con nuove proposte, idee e iniziative. I colossi del digitale stanno investendo in innovazione nella convinzione che il lavoro da remoto diventerà sempre più centrale, anche dopo la pandemia. Sono nati così nuovi software che permettono di lavorare in gruppo nonostante la distanza fisica. Non ci sono solo i ben noti Skype, Teams o Cisco: nell’ultimo anno e mezzo sono state sviluppate altre funzioni ad hoc. Per esempio lo ha fatto Facebook prima del lancio di Meta con Horizon Workrooms, il nuovo servizio per visualizzare l’ufficio attraverso i visori per la realtà aumentata.

Misurare i progressi Poi c’è Microsoft, che recentemente ha acquistato Ally.io, la startup che produce software destinati ad aumentare la produttività delle aziende. Grazie ad Ally.io, i datori di lavoro possono tenere traccia dei progressi e degli obiettivi da raggiungere, coordinando interi team sparsi per il mondo (Cnbc). Un’operazione simile a Microsoft l’ha compiuta infine anche Apple con l’acquisizione di Fleetsmith, la startup che aiuta i dipendenti a configurare e gestire i dispositivi da remoto (TechCrunch).

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